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Perché un progetto su Montaccianico

Il castello di Montaccianico insieme alla famiglia Ubaldini e al suo più illustre esponente Cardinale Ottaviano, sono tuttora presenti e vivi nella memoria e nell’immaginario collettivo. E questo è abbastanza straordinario, trattandosi di fatti e personaggi di settecento anni fa.

A differenza di altri luoghi ed episodi, ugualmente o anche più importanti che però sono caduti nell’oblio o comunque sono noti solo agli addetti ai lavori, Montaccianico si è conservato nella memoria collettiva delle varie generazioni fino ad oggi. Il suo nome riesce ad evocare ancora in larghissimi strati della popolazione locale (e non solo locale) un fascino e un’attrazione speciali, forse legati alle vicende del lungo assedio e alla distruzione totale, seguita dalla secolare “damnatio memoriae” dei governi fiorentini e forse anche alla percezione popolare diffusa di Montaccianico come simbolo della “resistenza” delle comunità del contado nei confronti del dominio cittadino.

Ma la notorietà di Montaccianico è legata anche alla supposta presenza di Dante dopo il Convegno di San Godenzo del 1302, allorché il castello divenne il centro politico e militare dei Ghibellini e dei fuoriusciti Bianchi per organizzare la lotta contro Firenze.

Se questi sono validi motivi che rendono attuale l’interesse per Montaccianico, assai più importanti sono le ragioni storiche e documentarie che giustificano il progetto.

Particolarmente strategica era la posizione del Castello a controllo della viabilità per l’Emilia Romagna attraverso i passi dell’Osteria Bruciata e della Vecchia, compresi tra il passo della Futa a ovest e il passo del Giogo a est. Dopo ripetuti tentativi falliti nell’arco di mezzo secolo (seconda metà del ‘200 e primi anni del ‘300), il Castello fu assediato, conquistato e distrutto da Firenze nel 1306. La Repubblica di Firenze bandì per secoli ogni ulteriore riutilizzo del sito, il quale di fatto è rimasto “sigillato” dal momento della distruzione fino ad oggi. Da qui l’importanza straordinaria dal punto di vista archeologico e storico-documentario.

 

Ma Montaccianico rappresentava anche il centro politico-militare dell’ultima resistenza signorile all’espansionismo del potere cittadino (in questo caso di Firenze), la cui affermazione poi ad ogni livello (politico-istutuzionale, economico e culturale) diventerà un modello di sviluppo per tutta l’Europa. Il potere dello stato cittadino vincente sulla feudalità replica immediatamente sul territorio il suo modello organizzativo fondando nello stesso anno 1306 la terra nuova di Scarperia.

Montaccianico e Scarperia diventano quindi le due realtà emblematiche del passaggio storico epocale dalla civiltà feudale a quella urbana e mercantile. Da qui l’importanza di indagare a livello storico e archeologico il sito, ma anche le strutture murarie dell’epoca ancora presenti a Scarperia e nel territorio, per mettere a fuoco con tanti elementi nuovi e inediti che scaturiranno dalla ricerca questo fondamentale passaggio storico verso l’Europa moderna.